L’Italia è un Paese di proprietari di case ma sta cambiando
In base a un rapporto del Mef e dell’Agenzia delle Entrate il 77% delle famiglie, circa 20 milioni di nuclei, e’ proprietaria delle proprie abitazioni, con un valore medio di 170.000 euro. Il rapporto fa riferimento agli immobili censiti nel 2014. La percentuale dei proprietari sale all’83% nel Sud e nelle Isole e scende al 75% al Nord e al centro. Inoltre il 62% delle case di proprieta’ e’ adibito a prima casa, il 18% a seconda casa e solo il 9% viene affittato. In base a un rapporto Eurostat del 2015, aggiornato al 2013, l’Italia nell’Ue e’ ai primi posti tra i patiti del mattone, ma non e’ in testa, e’ quinta, con una percentuale del 73% di persone che vivono in case di proprieta’, superata dalla Romania (95,6%), dalla Spagna (77,7%), dalla Grecia (75,8%) e dal Portogallo (74,2%). La media Ue e’ del 70%. Parecchio piu’ indietro ci sono il Regno Unito (64,6%), la Francia (64,3%) e la Germania (52,6%), Paesi in cui la gente spesso preferisce andare in affitto. In Germania i locatari sono circa il 57% e, piu’ in generale, i risparmiatori preferiscono investire nei fondi pensione e nelle gestioni patrimioniali, piuttosto che nel mattone. Nel Regno Unito due terzi degli under 45 vanno in affitto. In Italia l’investimento nel mattone e’ un vecchio
‘pallino’, che pero’ le giovani generazioni – cioe’ la fascia tra i 18 e i 35 anni – non possono permettersi. Per questo gli
italiani che cercano casa, stanno cambiando target: nel 2005 per il 71% puntavano sull’acquisto di case, ora invece questa percentuale e’ scesa sotto il 60%. L’appeal del mattone per gli investitori italiani resta forte, ma non tanto a scopo reddituale, piuttosto a scopo di abitazione. Un’indagine PwC, diffusa nel febbraio 2017, mostra che circa il 50% degli italiani ha nel proprio portafoglio un investimento immobiliare, per la maggior parte prime case, ma negli ultimi
anni solo il 4% dei consulenti finanziari indica un cliente su due, cioe’ il 50% del totale, interessato all’acquisto di tali
asset. Secondo il rapporto gli investitori italiani continuano a ritenere redditizio nel lungo periodo il valore di un
immobile in citta’, tuttavia l’aumento della tassazione e la difficolta’ di trovare inquilini affidabili, ha fatto scendere
solo al 6% la percentuale di chi e’ disposto a investire in immobili a scopo reddituale, mentre il 59% lo farebbe per una
casa di abitazione e il 34% per un’immobile da affittare.
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